The Champions. Risuonerà la musichetta in uno Stadium vestito a festa. Poi, sarà soltanto Juventus-Borussia Dortmund. Partita difficile, da sentimenti forti. Vale una fetta di quarti di finale, non tutta la torta. Ma saranno brividi per tutti i 90′ e più. Perché, se un mese fa, i gialloneri sembravano sull’orlo della retrocessione e di una crisi di nervi, con tre vittorie consecutive ora fanno di nuovo paura.

La Juve, al contrario, non arriva lanciatissima nel gioco. Ma con un +9 in classifica che fa sorridere. E permette di non pensare al lunedì sera all’Olimpico di Roma. Anzi, guai se qualcuno andasse con la mente al match che può chiudere definitivamente i conti in serie A. Bisogna pensare solo al Borussia. Alla Champions. All’Europa che conta. Per entrare nel salotto che conta, tra le migliori otto. Perché bisogna dimostrare di essere in crescita anche oltre i confini italiani. Perché la Juve è l’unica rappresentante nostrana rimasta in questa competizione.

In ballo, insomma, prestigio e soldi. E la grande opportunità di regalarsi altre notti così. Le certe notti che cantava Ligabue. Oppure quelle di Venditti (già, proprio lui), le notti di coppe e di campioni. Saranno i pezzi grossi a dover guidare gli altri, in primis il capitano Buffon. Servono i migliori Vidal e Tevez. Che Pirlo disegni altri capolavori come quello contro l’Atalanta.

La difesa deve tornare granitica contro gente come Reus e Aubameyang. Non sarà facile, è meglio ripeterlo. Ma si deve uscire dallo stadio con gli applausi per aver dato tutto. Il pubblico non è bue, sa capire quando si è cercato con tutti se stessi di dare il massimo. Poi, chiaro, per gli almanacchi e il denaro (e il prestigio, e il ranking uefa), è necessario. Fondamentale. Fare risultato. O almeno non prendere gol.

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ultimo aggiornamento: 24-02-2015


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